Skill Mismatch e Talent Retention: giovani e aziende a confronto.

Skill mismatch e talent retention, giovani e aziende

Negli ultimi anni, le aziende e i giovani si trovano a confrontarsi con un problema cruciale: lo skill mismatch, ovvero il disequilibrio tra le competenze richieste dalle imprese e quelle dei giovani lavoratori. Questo fenomeno, che sta diventando sempre più evidente, ha un impatto significativo sull’economia e sulle opportunità di crescita di giovani e aziende.

L’avvento delle nuove tecnologie e delle dinamiche economiche globali ha portato a una rapida evoluzione dei mercati del lavoro. Le aziende sono costantemente alla ricerca di talenti in grado di adattarsi ai cambiamenti rapidi e di apportare valore aggiunto alle loro operazioni. D’altro canto, i giovani si trovano spesso impreparati o sottopreparati per soddisfare le richieste del mondo del lavoro, a causa di una formazione che non tiene il passo con le mutevoli esigenze del mercato.

Questo fenomeno è quanto più vero quando ci si trova in un ambiente industriale, dove le aziende lamentano la difficoltà di trovare candidati che abbiano sia competenze tecniche che trasversali per diversi motivi, tra cui:

  • Un sistema scolastico che non prepara a sufficienza per il lavoro tecnico e non offre molto spazio alle discipline STEM (ossia le discipline scientifico-tecnologiche, dall’inglese Science, Technology, Engineering and Mathematics).
  • Uno strascico degli effetti del boom economico che porta i lavoratori alla ricerca di un maggior benessere economico e al desiderio di “scalare” posizioni sociali avvicinandosi ai lavori di ufficio e allontanandosi dalle professioni più tecniche.
  • Una società che vive nella velocità, nell’immediatezza e addirittura nell’istantaneità, che priva le aziende del tempo della narrazione della bontà del proprio lavoro, e che allo stesso tempo priva i giovani della necessaria formazione.

Questa situazione genera frustrazione per le aziende, che faticano a trovare i profili giusti per sviluppare le loro attività e rimanere competitive.

Lo Skill Mismatch nell’area di Bergamo

Il fenomeno dello skill mismatch rappresenta una grossa problematica anche nel territorio bergamasco, e genera un vuoto significativo sia per le imprese che per i lavoratori. Le statistiche rivelano che, ogni 100 disoccupati, esistono almeno 82,8 posti di lavoro vacanti nelle aziende che non riescono ad essere occupati.

Con un tasso di disoccupazione al 3,4% nella zona di Bergamo, si stima che ci siano almeno 17.000 persone in cerca di lavoro*; da questo si può supporre che in tutta la provincia ci siano anche numerose posizioni lavorative che rimangono scoperte a causa della mancanza di profili professionali coerenti con le competenze richieste.

Questa situazione rappresenta una sfida significativa per il territorio bergamasco, poiché le imprese si trovano ad affrontare una carenza di lavoratori qualificati, mentre i disoccupati lottano per trovare opportunità di impiego adeguato.

Inoltre, la progressiva arretratezza delle competenze all’interno della forza lavoro accentua ulteriormente il problema, in quanto ci sono lavoratori di grande esperienza tecnica ma con poche abilità digitali, e viceversa persone con grandi skill digitale ma senza una concreta esperienza lavorativa.

Imex, l’employer branding e l’attrattività aziendale

Un problema complementare allo Skill Mismatch alla ricerca del candidato con le competenze adatte, una volta individuato, è la Telent Retention, ossia la capacità di evitare la fuga dei talenti, andando oltre le logiche della retribuzione come unico fattore di attrattività per un giovane.

A fine gennaio anche Imex ha avuto la possibilità di confrontarsi su questo argomento e mettersi alla prova grazie a Confindustria Bergamo e Delta Index, con la partecipazione a un progetto promosso dal gruppo Sesaab per sensibilizzare e supportare le imprese in termini di employer branding.

Con uno strumento ad hoc abbiamo realizzato una breve analisi aziendale interna, che serve a misurare il livello di attrattività dell’azienda agli occhi di un giovane, dove per giovane si intende un candidato al massimo alla soglia dei 30 anni, con poca esperienza lavorativa, un alto livello di digitalizzazione e poca ambizione a trovare il “posto fisso per la vita”.

Lo strumento di analisi ci ha aiutato a comprendere i meccanismi che regolano il processo di scelta di un’azienda agli occhi di un potenziale candidato, e le azioni da compiere per attrarre giovani motivati, fidelizzarli e farli restare:

1. ATTRARRE: è la fase che precede la selezione del candidato, si svolge tramite comunicazione social, attività promozionali, interazione con il sistema formativo: se un’azienda vuole giovani qualificati, deve andare a ricercarli nei loro luoghi d’elezione, le scuole. I giovani infatti cercano identità, e ricercano informazioni prima di tutto tramite i canali social: un’azienda che comunica in modo giovane e informale, che mostra l’operatività quotidiana e l’ambiente di lavoro è un’azienda potenzialmente più interessante di altre.

2. SELEZIONARE: per selezionare giovani con le soft skill adatte è necessario focalizzarsi sul potenziale del candidato, sviluppando un bilancio delle competenze che tenga conto di 4 skill fondamentali:

  • Organizzazione (capacità organizzativa)
  • Motivazione (capacità motivazionali)
  • Autonomia (capacità di prendere decisioni)
  • Relazione (competenze relazionali)

Già in fase di colloquio è possibile mettere il candidato davanti a fatti concreti e problemi tecnici, per individuarne potenzialità e punti di debolezza.

3. FORMARE: quando un giovane inizia la sua avventura lavorativa in azienda è necessario formarlo, renderlo autonomo, produttivo, ma soprattutto farlo sentire parte integrante del workflow. Dialogo continuo, confronto e obiettivi chiari e raggiungibili sono fondamentali in questa fase per la fidelizzazione della nuova risorsa.

3. TRATTENERE: i giovani non sono attratti dal solo stipendio, ma anche dal clima che si respira in azienda, dal fatto di sentirsene parte, dall’ambiente di lavoro informale e dalla capacità di trasmettere al giovane passione per quello che si fa.

Imex è un’azienda in continua evoluzione dove evolve anche la nostra percezione del benessere di chi lavora per noi, con noi; il percorso che abbiamo affrontato è solo il primo passo verso la creazione di un’azienda ancora più moderna e appetibile, al passo coi tempi e capace di condividere con le giovani generazioni uno sguardo rivolto al futuro.

  • Fonte: Osservatorio del Lavoro della Provincia di Bergamo su dati di fonte Istat, Anpal e Eurostat (aprile 2023)